Firenze, classe 1943. Luca Alinari studia Lettere all’Università degli Studi di Firenze e si occupa di critica letteraria. Nel corso della sua formazione si interessa di scenografia e matura una forte attrazione per l’arte che lo porta ad esordire come pittore autodidatta con la sua prima esposizione personale alla Galleria Inquadrature di Firenze (1969). Da allora si succedono numerose mostre e partecipazioni ad importanti rassegne ed eventi, sia di ambito italiano sia estero: si ricorda la partecipazione alla Biennale di Venezia (1982) e alla Quadriennale di Roma (1986); si citano le esposizioni tenutesi a Palazzo Vecchio (1986) e a Palazzo Reale di Milano (1993). La Galleria degli Uffizi acquista un suo Autoritratto (1999), oggi facente parte della raccolta del Corridoio Vasariano; nell’ottobre 2021 anche la Galleria Civica Mo.C.A. di Montecatini Terme è stata omaggiata di un’opera del Maestro, Quella scintilla che ci rende gregari, gentilmente donata in occasione del prestigioso progetto Florilegio italiano – artisti invitano artisti, promosso dall’Assessorato alla Cultura della città.
I suoi paesaggi surreali, magici, soavi, poetici, ridenti, talvolta popolati da personaggi squisitamente fantastici, sono resi con un calibrato equilibrio tra stesure materiche e cromatismi vivaci e brillanti, con campiture di colore così “levigate” e delicate da risultare quasi diafane, trasparenti; le sue opere si caratterizzano, dunque, per un effetto giocoso possibile per mezzo della forte coloristica che, sì, utilizza toni accesi con improvvisi effetti fluo ma che, al contempo, rende ogni tela un capolavoro di pacata e delicata eleganza senza tempo. Intervistato da Italian Art Magazine, Alinari dichiara che i suoi lavori sono l’ultimo approdo di una ricerca artistica mossa ed ispirata dalle parole di Franz Kafka: un libro – dunque, un quadro – è un’ascia per spezzare il gelo che è dentro ognuno di noi. I suoi paesaggi surreali e i suoi soggetti fantastici rappresentano, in definitiva, la potenza salvifica del surreale, ovvero del gioco, della fantasia e del sogno; alla stregua dello scrittore, le opere del Maestro vogliono quindi ridestare lo spettatore dal sonno profondo causato dalle angosce e dai turbamenti delle problematiche quotidiane; vogliono, cioè, scaldare in un caldo abbraccio rassicurante una società cristallizzata nella morsa di un gelo affettivo ed intellettuale in cui il mondo sembra essere rimasto intrappolato.
L’ attività artistica di Alinari si profila dunque come la materializzazione di una profonda riflessione maturata dall’artista sulla realtà sociale contemporanea, con accenni ad aspetti prettamente autobiografici. Dopo un primo esordio in stile Pop Art, all’inizio degli anni Settanta Alinari, ispirato dalle ricerche e dalle sperimentazioni Neodada, inizia ad elaborare singolari accostamenti tra figure ed oggetti che vengono calati entro atmosfere fantastiche e fantasiose nonché in ipotetici spazi abitativi raffigurati con acuta, divertente e sottile ironia. Di pari passo, il Maestro inizia a studiare anche la cromia, prediligendo toni fluorescenti che diventano la sua “firma”, ovvero il tratto distintivo delle sue opere, per le quali inizia anche ad utilizzare tecniche diverse rispetto al tratto pittorico; dal collage, alla decalcomania, alle trasposizioni fotografiche che, dunque, esigono supporti differenti. Dalle prime esposizioni private fiorentine, tenutesi tra il 1972 ed il 1973, inizia a ricevere i primi premi ufficiali a partire dagli anni Ottanta quando partecipa alla Biennale di Venezia e alla X e XI Quadriennale di Roma; con la mostra antologica tenutasi a Palazzo Reale di Milano, interamente dedicata ad un importante nucleo di opere che ripercorrevano tutto il suo percorso artistico, raggiunge la definitiva consacrazione nel panorama artistico nazionale. Pochi anni più tardi, infatti, il Maestro ha la possibilità di esporre un suo Autoritratto nel Corridoio Vasariano della Galleria degli Uffizi. Da lì a poco la sua fama varca i confini nazionali: nel 2009 espone al Beijin Today Art Museum di Pechino, al Centro per l’Arte Contemporanea SunShine di Shangahi e al Museo d’Arte Contemporanea di Kunshan.
La fama raggiunta non frena la sua personale ricerca in campo artistico che, infatti, né si esaurisce né indugia ridondantemente su medesimi temi e soggetti, bensì porta il Maestro ad ideare nuove forme espressive; così, nel settembre 2011, a Palazzo Medici del Vascello di Asti, Alinari ha l’occasione di esporre per la prima volta le sue “regine dei sogni,” ovvero creature feriche che, d’ora in poi, iniziano a popolare i suoi paesaggi fantasiosi, sognanti ed incantati. Le sue piccole figure attirano l’attenzione di Fabio Carisio, curatore della mostra, che decide di immortalarle nella copertina del Magazine Art & Wine n. 20, nonché sulle pagine delle Art & Wine Gallery ovvero rassegne personali dedicate, negli anni, ad altri grandi artisti del calibro di De Chirico e Gonzaga. Negli anni successivi si susseguono premi e riconoscimenti: nel 2014 Alinari viene premiato allo Spoleto Festival Art, poi insignito del Premio Nazionale “Torre di Castruccio” insieme ad altri esponenti della cultura; nel 2015, a Palazzo Vecchio, viene omaggiato del “Filo d’Argento” per la pittura e riceve la medaglia Florentia Mater, realizzata da Roberto Ciabani. Nel giugno 2018 riceve il Gonfalone d’Argento che equivale al massimo riconoscimento della Regione Toscana.
Il Maestro si spenge nella sua Firenze, il 15 marzo 2019.
In foto: Quella scintilla che ci rende gregari, anni 2000, tecnica mista e resine su tela, cm 58x58x5