Debora Fella. Atmosfera sospesa, silenzio contemplativo, sogni e visioni.

Il progetto Florilegio Italiano – artisti invitano artisti, ideato e promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Montecatini Terme, continua nell’opera di integrazione della collezione della Galleria Civica. Numerosi artisti, tra le massime espressioni dell’arte contemporanea, hanno infatti omaggiato lo spazio espositivo donando incisioni, sculture e corposi nuclei di grafiche; a queste si aggiunge un trittico a firma di Debora Fella, giovane artista di formazione accademica, già ampiamente nota e apprezzata a livello nazionale.

Nata a Milano nel 1990 e diplomatasi all’Accademia di Brera nel 2014, Debora vanta un curriculum di tutto rispetto, scandito da partecipazioni ad esposizioni personali e collettive, nonché premi e riconoscimenti significativi. Tra le prime esperienze immediatamente successive al diploma si ricorda la partecipazione alla Fiera d’Arte Contemporanea ArtVerona (2014), la personale Debora Fella. Dai castelli di Bellinzona curata da Del Guercio per la Five Gallery di Lugano (2015), la partecipazione a Afterselfie curata da Carolina Borlotti per la St. James Centre for Creativity a La Valletta, Malta (2015) e la partecipazione alla XVIII Biennale d’Arte Contemporanea di Trento (2015); del 2015 è anche l’esperienza estera per The Century Star Exhibition all’Academy of Fine Arts in Cina dove torna anche nel 2017 per la IX edizione. Nello stesso anno espone anche per Art fair a Köln in Danimarca e per l’International fair for Modern and Contemporary Art di Karlsruhe in Germania.

Tra le esperienze più recenti si ricorda la personale Veglia, sonno e sogni. Debora Fella ospitata alla Leo Galleries di Monza e curata da Chiara Gatti (2019); nello stesso anno l’artista riceve il Premio Artivisive San Fedele nell’ambito del concorso indetto dall’omonima fondazione milanese ed il primo Premio Nocivelli finalizzato a promuovere l’Arte Contemporanea a firma di artisti emergenti, under 40. Si annoverano anche il Premio Rigamonti (2019-2020) ricevuto nuovamente nell’ambito di Artivisive ed il Premio Vittorio Viviani (2021) ricevuto al concorso indetto dall’associazione Libera Accademia di Pittura di Nova Milanese. Ad inizio 2021 l’artista espone alla Galleria Ghiggini di Varese ed un anno più tardi, nel corso del 2022, realizza un’inconsueta temporanea intitolata Il cibo incontra l’arte organizzata nelle sale del ristorante Il Moro di Monza per Leo Galleries.

Lo stile ed il linguaggio artistico che traspaiono dalle opere di Debora descrivono un’anima di spiccata sensibilità e di pura gentilezza, in nostalgico e raro anacronismo con lo spirito moderno. Le opere di Debora materializzano, infatti, un universo irreale e trasognato che si pone in parallela antitesi con la complessità dell’oggi. Il contesto attuale riflette infatti l’eco di una società che perde umanità, leggerezza, quiete, riflessione; che rinuncia alla meditazione; che nasconde fragilità e senso di appartenenza; che nega spazio al passato, al ricordo e alla memoria, dimenticati come fossero ruderi non più utili a costruire un solido presente.

Ebbene, la pittura di Debora è una netta, ferma e sentita negazione dell’attualità; è recupero, valorizzazione e, al contempo, materializzazione del ricordo; è viva traccia della memoria che si perde nel caos dell’oggi; è l’elegante forma della nostalgia; è metaforico rifugio nella pace del sogno; è il tentativo di trovare e condividere quiete e sensibilità recuperabili solo in una dimensione irreale, meravigliosamente visionaria. La pittura di Debora è speranza. Lo stato d’animo che guida i gesti dell’artista è pura e profonda contemplazione che diviene una vera e propria esperienza immersiva; le sue opere creano infatti un’atmosfera protetta e ovattata, un mondo necessariamente fuori da questo tempo e da questo spazio in cui lo spettatore si sente eccezionalmente al sicuro. Le sostanze utilizzate per la realizzazione dei suoi ritratti, dall’ardesia in polvere al carboncino e alla grafite, contribuiscono a trasmettere un senso di trasognata leggerezza per la loro stessa natura impalpabile; sono esse stesse “tempo fuori dal tempo”, tridimensionalità irreale nello spazio reale. La scala di grigi, calibrati tra bianco e nero, trasmette un senso di elegante fragilità e crea un contrasto luce/ombra utile a dare forma alle geometrie frammentarie dei soggetti rappresentati; la semplicità e la delicatezza dei tratti trasmettono un silenzio profondo, meditativo, che avvolge integralmente lo spettatore e lo invita a partecipare alla quiete in condivisione con l’artista.

In foto:

Fiori d’Inverno, trittico in ardesia, grafite e olio su carta e tavola, cm 50×50