La “sincera” pittura di Pietro Manzo in collezione Mo.C.A.

Pietro Manzo, artista di riconosciuta professionalità, aderisce al progetto Florilegio Italiano donando alla Galleria Civica un olio su tela dal titolo In costruzione, pura sintesi del “sincero” modo di far pittura che lo contraddistingue.

Accademico Ordinario di Pittura all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze (2014), Manzo espone su tutto il territorio nazionale per note gallerie da Milano a Roma, da Firenze a Siena, da Verona a Caserta, a raggiungere Svizzera e Germania. Presente alla Biennale di Venezia (2011), l’artista vanta numerose personali e collettive tra cui si ricorda Interni (Galleria Falteri, Firenze, 2010); Grand tour (Accademia delle Arti del Disegno, Firenze, 2014); TU35 FIRENZE#1 Geografie dell’arte emergente in Toscana (Centro per l’Arte Contemporanea Pecci, Prato, 2015); Pietro e Paolo (Firenze, 2016); Terapie d’urto (LUISS Guido Carli, Roma, 2016); ri_Costruire (Firenze, 2017); Reazione a catena, differenti vie della pittura #2 (Galleria Giovanni Bonelli, Milano, 2018); Per Leonardo l’arte è libera (Accademia delle Arti del Disegno, Firenze, 2019); Momento zero (Roma, 2017); L’indiscreto fascino della materia (Polla, 2023); Under construction (Innsbruck, 2011); Werden from Michelangelo (Ferdinandeum Museum, Innsbruck, 2022).

La sua firma è stata premiata e insignita di importanti riconoscimenti tra cui The Elizabeth Greenshields Foundation Grant (Canada, 2013); Ora International (2013); Premio Celeste (2013); Premio Combat (2013); Premio Internazionale città di Bozzolo (2011); Premio Bien- nale IMPRIMATVR (2010); Premio Tito e Maria Conti (2009).

Attento osservatore del tutto, Manzo è artista capace di restituire la realtà contemporanea nella sua essenza più nuda e cruda, vera e sincera. Attratto dai luoghi dimenticati, archeologie industriali e cittadine si offrono ai suoi occhi e si imprimono nella sua mente per materializzarsi, poi, attraverso stratificazioni di colori come summa verista di suggestioni cariche di pathos. Le opere, ritratti di scenografie contemporanee, sono immersioni d’un fiato in realtà abbandonate, lacerate e dimenticate che sopravvivono nei ricordi di chi le ha vissute; sono, dunque, coraggiosi tuffi in oceani di memorie; sono “fotografie analogiche” scattate per immortalare luoghi senza tempo che suscitano emozioni contrastanti, ai limiti della scomodità emotiva, in bilico tra ciò che è stato, ciò che è.

In foto: In costruzione, 2013, olio su tela, cm 100×120.