L’eleganza “informale” di Edgardo Abbozzo

Perugia. Classe 1937. Edgardo Abbozzo è tra gli artisti più noti e significativi a livello nazionale ed europeo. Il suo stile si basa, infatti, sul particolare rapporto tra Arte e Alchimia e si lega alla cittadina umbra di Deruta, celebre in tutto il mondo per la sua tradizione ceramica. Nella fornace la componente chimica della materia subisce un processo di trasformazione equiparabile ad una metamorfosi, ovvero allo stesso processo creativo generatore di un’opera d’arte. Il connubio, quindi, tra tecnologia e pittura stimola il Maestro a studiare possibili convergenze tra le due componenti, inducendolo a sperimentare peculiari approcci compositivi che si concretizzano in raffinate opere squisitamente eccentriche.

Il giovane Edgardo, influenzato dalla madre pittrice, si forma all’Istituto d’Arte poi all’Accademia di Belle Arti Pietro Vannucci di Perugia dove si approccia allo studio della ceramica su insegnamento di Germano Belletti e dei maestri Domenico Caputi e Gerardo Dottori. Nei primi anni Cinquanta si trasferisce a Roma dove, nell’ambito di numerose rassegne collettive, inizia ad esporre i risultati delle sue prime sperimentazioni in stile informale ispirate dai lavori del Klee e Capogrossi. La sua prima personale si tiene nel 1953 alla sala della Vaccara di Perugia; da questo momento in poi la carriera artistica del Maestro sarà un continuo crescendo.

Nel 1962 Edgardo assume, infatti, la direzione dell’Istituto d’Arte di Deruta, l’anno successivo prende parte alla Triennale di Milano, dopo di che varca ufficialmente i confini nazionali esponendo anche a Berlino, Buenos Aires e Kioto. Nel 1976 viene nominato Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Carrara a cui segue il titolo per l’Accademia Vannucci di Perugia, crea sodalizi professionali con Fontana e Mannucci ed entra in relazione con i critici Argan, Tomassoni, Ponente e Santini. Nel 1984 viene nominato Direttore dell’Accademia d’Arte di Perugia e due anni più tardi è presente sia alla Biennale di Venezia sia alla Quadriennale di Roma; segue la partecipazione alla Biennale d’Arte Ceramica di Gubbio e all’Arte-Fiera di Bologna. A partire dagli anni Novanta la sua carriera espositiva si lega anche ad un’intensa attività letteraria che lo porta in Francia, Spagna, Germania, Stati Uniti e Cina, impegnandolo in pubblicazioni di libri d’artista e nell’insegnamento in ambito accademico.

Dal giugno 2022 la Galleria Civica Mo.C.A. Montecatini Contemporary Art ha la possibilità di esporre un significativo nucleo di opere del Maestro; entrano infatti a far parte della collezione tre acqueforti che riassumono la poetica della sua straordinaria espressione grafica. La produzione artistica di Abbozzo è, infatti, caratterizzata da una potente e rigorosa monocromia che deriva dall’uso sapiente e magistrale di lustri ad impasto e smalti a riduzione; su questi sfondi, eccentrici e al contempo raffinati, si palesano elementi decorativi composti di leggiadri segni in rilievo, di ispirazione vegetale. Il risultato sono opere grafiche, sculture e ceramiche di un gusto squisitamente anticonvenzionale, eccentriche, di un elegante stile informale. 

In foto:

Senza titolo, 1978 circa, acquaforte e acquatinta in colori, mm 80×130