Florilegio italiano – Artisti invitano artisti, vera e propria officina culturale, continua ad attrarre le attenzioni di artisti di alto profilo; si aggiunge, infatti, in collezione Mo.C.A. un acrilico a firma di Roberto Rizzo, cui va il presente tributo. La donazione, che si aggiunge ad una lunga serie di nobili gesti di altri pregevoli artisti, contribuisce a rafforzare il cuore pulsante del nostro spazio espositivo e a rinsaldare il legame tra la Galleria, la cittadinanza ed il territorio in termini di coinvolgimento attivo del pubblico con l’Arte Contemporanea.
Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Brera, fin dagli esordi Rizzo intraprende una carriera professionale scandita da una fitta serie di partecipazioni a mostre personali e collettive, rassegne di respiro nazionale ed internazionale tra cui la Biennale d’Arte di Venezia (2011), ed impegni accademici in istituti di pregio. Dal 2011 al 2021 l’artista ha infatti insegnato alle Accademie di Belle Arti di Perugia, Lecce, Firenze e Urbino; attualmente è impegnato in cattedra all’Accademia di Belle Arti di Brera (Milano).
Alla fine degli anni Novanta risalgono le prime personali, prodromi di una lunga carriera espositiva; da Milano e Como, la firma dell’artista si aggiunge ad allestimenti collettivi ospitati da numerosi spazi espositivi da Trieste a Venezia, da Pavia a Mantova, da Imperia a Genova, da Torino a Bergamo, da Savona a Firenze fino a raggiungere Roma, Viterbo e Caserta. Nome ed opere varcano i confini nazionali raggiungendo le città di Dublino, Parigi, Londra, Rotterdam e Atene dove la collezione del Museo Benaki si impreziosisce di una serie di grafiche.
Testate giornalistiche e case editrici hanno raccolto e accolto suoi aforismi e suoi testi; hanno scritto su di lui critici di livello tra cui Claudio Cerritelli, Angela Madesani, Barry Schwabsky e Giovanni Maria Accame che ha curato “Parola d’artista – Dall’esperienza aniconica: scritti di artisti italiani 1960-2006”.
Talento creativo, Rizzo si distingue tra gli artisti più apprezzati sul panorama dell’Arte Contemporanea; professionista in grado di utilizzare le potenzialità immaginative della luce, è capace di donare volume e forma al tempo presente affinché sia tangibile ed interrogabile alla coscienza collettiva. L’artista, come un Michelangelo contemporaneo, riesce a far emergere l’essenza più profonda dell’immagine liberandola dal velo impalpabile, superficiale, costituito dal monocromo; riesce, dunque, a sfruttare le potenzialità della luce per scavare la superficie; riesce, quindi, in altri termini, a captare le minime vibrazioni luminose e i movimenti impercettibili dello spettro cromatico per mettere in luce i confini delle superfici, i profili della materia, i limiti del reale. Il tempo presente, si svela, quindi dalla percezione del colore; il colore stesso muta, si trasfigura divenendo astratta morfologia secondo un complesso ma naturale processo di sublimazione percettiva.
Lo stile prettamente aniconico di Rizzo rende manifesto ciò che, già evidente, sfugge agli occhi e alle coscienze dei più; nelle opere dell’artista il tempo presente, inafferrabile e mutevole, si “congela” diventando occasione di indagine introspettiva. L’astrazione di cui si nutrono gli acrilici, nella geometria non geometrica quindi nella “figura mancante” poiché liberata dal superfluo e dal riconoscibile, è difatti pura ascesi; è un’Arte che si materializza e che si espande attraverso limiti e auto-limitazione. L’astrazione conduce quindi lo spettatore alla scoperta di un universo di fenomeni, spazio-temporali e cromo-materici, più vasto di quanto si possa immaginare, di una potenza psicologicamente impattante.
In foto: Ápeiron II, 2014, acrilico e olio su tavola.