La Spezia. Classe 1954. Michele De Luca si forma al Liceo artistico di Carrara e poi prosegue gli studi all’Accademia di Belle Arti di Firenze; inizia poi a lavorare come scenografo e ricercatore sia per il teatro sia per il cinema. Ad oggi insegna all’Accademia di Belle Arti di Roma.
Nel corso della sua carriera artistica riceve inviti a rassegne ed eventi su scala nazionale ed internazionale, di cui si ricorda: GE.MI.TO. La nuova generazione artistica del triangolo industriale (Torino 1987), Loggia della mercanzia (Genova 1988); Roma Arte Oggi (Roma 1988); Arte a Roma 1980-1989: nuove situazioni ed emergenze (Roma 1989); Scritture per l’arte (Catania 1989).
Il suo lavoro viene seguito con interesse e partecipazione da parte di critici del calibro di Crispolti, Cirone, Crescentini, Imponente, De Marco, Balmas, Beatrice, Gualdoni, Campiglio, Patrizi e Gallo Mazzeo per cui prende parte ad appuntamenti ed iniziative culturali, quali: Etica all’Arte! a Gubbio; Biennale d’Arte Sacra a Teramo (1988 e 1992); Que bien resistes!di Arezzo (1994); Consistenza della pittura, Premio Michetti a Francavilla al mare (1996); L’Arte a Roma (1997), Arte in cattedra, ricerca e didattica a Roma 1967-1997 (1998), BNL: una Banca per l’arte oltre il mecenatismo (2000), e The making of/Artisti al lavoro in TV (2013), a Roma; Premio Marche 1999 ad Ancona (1999); La Materia, lo Spazio, il Tempo a Pescara; Le collezioni del CAMeC di La Spezia (2004); I labirinti della bellezza a Francavilla al mare (2008); Visual Poetry in Europe a Treviso (2016).
Partecipa anche a rassegne internazionali sia di ambito europeo a Parigi, in Germania, Svizzera e Finlandia, sia su scala mondiale a Londra, USA, Tokjo, Seoul, Emirati Arabi Uniti e Australia.
Tiene personali a Genova all’Università degli Studi (1996), al Museattivo Claudio Costa (1998) e presso Studio Ghiglione (2002); a Roma all’Accademia d’Ungheria (1997), alla galleria Giulia (2001), al Tuma’s, (2007), al Quasar (2009), presso InsightSpaceGallery (2010), presso l’Associazione culturale Tralevolte (2005 e 2014), alla Bibliothé Contemporary Art (2015), presso AB Studio (2019) e tiene performances al Museo Macro Testaccio (2016) e al Macro Asilo (2017); a La Spezia al CAMeC, Centro d’Arte Moderna e Contemporanea (2008); a Firenze, alla Galleria Immaginaria (2001); a Livorno, alla Galleria Peccolo (2003); a Seoul, nell’ambito del Seoul International Contemporary Art Fair (2004); a Viterbo, presso Palazzo Chigi, Galleria Miralli (2005); ad Anacapri, al Chiostro San Nicola (2010); a Bologna, a Palazzo Bentivoglio (2013), a Chiavari, presso Spazio Primo Piano (2018).
A partire dal mese di marzo 2022 anche la Galleria Civica Mo.C.A. di Montecatini Terme potrà esporre un’opera del Maestro; infatti, nell’ambito del progetto Florilegio Italiano – artisti invitano artisti, ideato e promosso dall’Assessorato alla Cultura della città, De Luca dona “Visore profondo”, acrilico su tela che, dunque, arricchisce la Collezione dello spazio espositivo.
De Luca inizia la sua attività artistica attorno agli anni Ottanta quando realizza le prime tele di ispirazione espressionista; questa viene però caricata di una tensione psicologica che si manifesta nel segno pittorico, ovvero nel gesto stesso del dipingere. L’artista sceglie, infatti, il bitume ed altri materiali di recupero per la forza intrinseca del colore che li caratterizza. Il suo stile, così eccentrico ed indiscutibilmente peculiare, affascina Ennio Borzi e Mirella Chiesa che nel 1987, a Roma, nella galleria Break Club, allestiscono e curano la sua prima personale. Da questo momento il nome di De Luca si afferma in ambito romano ed attrae anche l’attenzione della critica a livello nazionale che lo descrive come uno “fra le forze più autentiche della nuova generazione artistica italiana” (Enrico Crispolti, AD Architectural Digest, 117, febbraio 1991).
A partire dagli anni Novanta inizia a sperimentare composizioni polimateriche e a lavorare su ampie composizioni cromatiche che, utilizzando gamme coloristiche più fredde, si accendono in contrasto al segno bituminoso, ancora presente, ed in associazione a lamiere metalliche. Il suo lavoro si caratterizza, quindi, per una geniale composizione tra materiali e cromie che infonde dinamicità all’opera d’arte stessa: dal nero, di forte impatto visivo, lo spettatore viene avvolto dalla luminosità dei metalli che risplendono di per sé stessi e, ancor di più, sulla brillante pittura ad olio su tavola.
Queste due fasi di ricerca costituiscono, sostanzialmente, i prodromi della sua successiva, ultima e più recente produzione; infatti, a partire dai primi anni Duemila, De Luca realizza grandi acrilici su tela che, esposti come arazzi in suggestive installazioni, suggeriscono spazi infiniti ed altrettante infinite percezioni di fasci di luce accecante piuttosto che improvvisi bagliori di esplosioni cosmiche. Le sue opere possono, dunque, considerarsi materializzazione della luce che attraverso il segno pittorico genera e definisce “micro-universi” riflettenti l’Io dell’artista; i toni freddi e la dinamicità conferita dalla sperimentazione polimaterica consentono, infatti, un’esplosione coloristica paragonabile ad onde di pura energia che sfuggono oltre la tela ed oltre l’opera stessa, verso uno spazio ideale, ovvero mentale, ovvero verso l’infinito.
La sua ricerca ispira anche poesie che vengono inizialmente pubblicate su riviste, libri e antologie e poi raccolte poi da Quasar nel volume Altre realtà, 2008; seguono anche Episodi del diluvio, libro d’artista con poemetto (Edizioni Peccolo, Livorno, 2015) e Parvenze, Eureka, Corato, 2017.
In foto: Michele De Luca – VISORE PROFONDO, 2021, acrilico su tela, cm 167X108