L’ESPRESSIONISMO ASTRATTO E I FORTI CROMATISMI DI GIACOMO SOFFIANTINO

La Galleria Civica amplia la collezione con due opere, La tavolozza e Lo storione e il calabrone, firmate da Giacomo Soffiantino, acquafortista torinese di fama nazionale. Di formazione accademica, l’artista vanta una carriera costellata da partecipazioni in rassegne di rilievo tra cui la Biennale di Venezia, nonché impegni e riconoscimenti tra cui la docenza all’Accademia Albertina di Torino e la nomina come Accademico di San Luca. Anche questa iniziativa fa parte dell’ambizioso progetto Florilegio Italiano – artisti invitano artisti, ideato e promosso dall’Assessorato alla Cultura.

Nato nel 1929 e, fin da bambino, appassionato di storia e di arte, Soffiantino scopre la pittura a cui si approccia da autodidatta. In considerazione delle sue inclinazioni, la famiglia decide di iscriverlo al Liceo artistico di Torino, la sua città natale, dove consegue il diploma nel 1949; prosegue poi gli studi all’Accademia Albertina dove si approccia all’incisione e all’acquaforte e dove si diploma nel 1953. A pochi anni di distanza dal conseguimento del titolo espone per la prima volta nell’ambito della rassegna cittadina L’arte in vetrina organizzata nei negozi di via Roma; nel 1955 partecipa alla collettiva Niente di nuovo sotto il sole allestita alla galleria torinese La Bussola. Queste prime esperienze gli consentono di farsi conoscere su tutto il territorio nazionale; pertanto iniziano a “fioccare” inviti ad eventi significativi, premi e riconoscimenti. Nel 1956 viene invitato ad esporre alla Biennale di Venezia dove torna nel 1958; un anno più tardi partecipa alla rassegna Francia-Italia e viene premiato alla Biennale per la pittura della Repubblica di San Marino; nel 1963 vince la prima edizione del Premio Biella per l’Incisione che lo consacra ufficialmente tra gli incisori più influenti a livello nazionale; nel 1964 è di nuovo alla Biennale di Venezia ed ancora una volta, l’ultima, nel 1972.

Il breve ma significativo approccio all’espressionismo astratto americano, che ha caratterizzato la sua produzione artistica sul volgere degli anni Sessanta, si è rivelato decisivo per le opere del decennio successivo; dalla metà degli anni Settanta, infatti, Soffiantino sviluppa uno stile caratterizzato da una notevole varietà cromatica che attrae l’attenzione del pubblico e gli vale numerosi inviti per mostre personali sparse in tutta Italia. A questi successi si aggiungono la cattedra della Libera scuola del nudo all’Accademia Albertina di Tornino (1982) ed il riconoscimento come Accademico di San Luca (1983).

Gallerie e spazi espositivi di tutta Italia, da Torino (1986) a Lissone (1988), da Alessandria (1999) ad Asti (1992), da Venezia (1993) a Torino (2002), gli dedicano importanti rassegne che si susseguono anche dopo la morte, avvenuta il 27 maggio 2013. Due antologiche vengono infatti allestite dal Comune di Corio e di Carmagnola, a cui si aggiunge la prestigiosa retrospettiva organizzata dalla Fondazione Ferrero della città di Alba (2022).

In foto:

GIACOMO SOFFIANTINOLa tavolozza, 1998, acquaforte, cm 50×35

GIACOMO SOFFIANTINOLo storione e il calabrone, 2000, acquaforte, cm 40×53