La dimensione umana nelle opere di Vittorio Tolu


Autore di opere grafiche e scultoree classificabili nell’ambito del puro astrattismo, Vittorio Tolu è artista noto su scala nazionale ed internazionale. Personalità di spicco all’Accademia delle Arti del Disegno di Firenze, di cui è attualmente accademico emerito, Tolu vanta la partecipazione a numerose mostre e rassegne tra cui si annovera la cinquantaquattresima edizione della Biennale di Venezia.

I suoi lavori sono stati ospitati in numerosi spazi espositivi, da Firenze a Venezia; entro questo novero si aggiunge la Galleria civica Mo.C.A. Montecatini Contemporary Art che, dunque, amplia la propria collezione. L’artista ha infatti donato alla Galleria un vero e proprio tesoretto composto da cinque splendide opere grafiche che, pur differenziandosi per supporti utilizzati, tecniche scelte e soggetti rappresentati, riassumono la forza espressiva del suo stile.


La carriera di Vittorio Tolu inizia a concretizzarsi sul finire degli anni Cinquanta quando l’artista inizia a sviluppare un linguaggio pittorico nutrito di un astrattismo “spazio-oggettuale”, puramente segnico. Dopo le sue prime esposizioni personali tenutesi nel corso degli anni Sessanta tra Firenze e Roma, il suo stile, in costante metamorfosi, si arricchisce di ispirazioni tratte dalla poesia e dalla lirica; prende così forma una produzione letteraria pensata ed incentrata prettamente sul tema dell’oggetto-libro. Le riflessioni insite in questa produzione spingono l’artista a sviluppare una personale concezione sul ruolo dell’arte nella contemporaneità; il segno e la materia diventano, così, strumenti attraverso cui indagare la dimensione esistenziale dell’uomo. L’arte, quindi, nel suo puro astrattismo, si fa espressione della libertà individuale, ovvero di quell’universo di pulsioni, speranze, timori, ricordi e memorie che caratterizzano la coscienza del singolo, dunque la natura umana. Quest’ultima è tanto mutevole, in continuo e costante cambiamento, quanto lo sono i minimali oggetti creati dall’artista; questi, composti di forme geometriche in legno o metallo le egate da sottili strisce o corde di gomma, si strutturano e si reggono su precari e fallaci equilibri la cui delicata debolezza rispecchia, non senza ragione, la mutevolezza dell’animo umano. I suoi lavori attraggono la critica nazionale ed internazionale; Tolu viene infatti invitato a partecipare a mostre e rassegne che lo vedono impegnato da Firenze a Venezia al fianco di personalità del calibro di Paolini, Isgró, Parmeggiani, Vaccari, Bassi e Ketty La Rocca; in occasione dell’XI Premio Internacional de Dibujo Joan Miró riceve il primo premio per il disegno Territorio indeterminato (Barcellona, 1972) a cui seguono ulteriori partecipazioni ad eventi dislocati tra Basilea e Düsseldorf. Nel corso della sua carriera si dedica anche al disegno e alla produzione di gioielli che espone sia al Museo degli Argenti di Palazzo Pitti sia nell’ambito della rassegna Sculture da indossare (Forte dei Marmi, 2007) a cui partecipano anche Cascella, Mitoraj, Pomodoro e Theimer. La sua Firenze onora l’artista con numerosi tributi; tra le mostre più recenti dedicategli si ricorda Quotidiana, curata da Lucilla Saccà ed ospitata dalla Biblioteca Umanistica dell’Università di Firenze.

Il suo stile si configura per la sua stessa originalità; l’artista miscela, infatti, elementi geometrici puri, matematicamente astratti, con ispirazioni tratte dalla poesia e dalla lirica a creare un’allure di magia evocatrice di memorie antiche. Le sue opere si animano, sostanzialmente, di una componente “misterica” derivante da sussurrati riferimenti all’antico, vale a dire al ricordo ancestrale su cui si basa la coscienza del singolo individuo e, dunque, della società poli-culturale attuale.

La sua produzione pittorica si materializza, quindi, in tele e tavole su cui trova spazio una pluralità di colori, segni, elementi e materiali costituenti una sorta di melting pot materico equivalente alle sfaccettature dell’animo umano e, dunque, al background culturale della società attuale, nel suo complesso e nella sua drammatica complessità.

L’obesa
Lady Moon
Route
Senza titolo
Precipitazione

In foto:
L’obesa, 1982, olio su carta, cm 28×38,5
Lady Moon, 1985, olio e tempera su carta, cm 34×31,5
Route, 2021, tempera e lapis su carta, cm 29×19,5
Senza titolo, tempera su carta, cm 30×20
Precipitazione, 2001, grafica e ago, cm 18×13