I “diari di bordo” di Riccardo Ruberti in collezione Mo.C.A.

La Galleria Civica Mo.C.A. accoglie in collezione tre opere di Riccardo Ruberti, artista toscano, professionista noto e apprezzato a livello internazionale, autore di tele e acqueforti narranti ricordi di indefinite ed indefinibili realtà, senza tempo né spazio.

Ruberti, di formazione accademica, inaugura la propria carriera con la partecipazione e la vincita del concorso Il lavoro che cambia indetto dal Ministero del Lavoro e Politiche Sociali; l’opera esposta entra, così, ufficialmente a far parte della collezione permanente dello Stato.

Impegnato in attività didattica, con cattedra di Disegno, Pittura e tecniche dell’Incisione alla Libera Accademia Trossi Uberti di Livorno ed attualmente docente di Discipline Grafiche e Pittoriche al Liceo Artistico della città, continua ad approfondire tecnica e cromia in una pressoché continua, indomita e peculiare produzione. Presente, difatti, in rassegne da Milano a Torino e Venezia, da Lucca a Pietrasanta e Livorno, viene riconosciuto e selezionato da Vittorio Sgarbi per la Biennale Carlo Bonatto Minella di Rivarolo Canavese (2013). La firma dell’artista varca, così, anche i confini nazionali raggiungendo Barcellona in occasione del Barcelona Art Fair (2011), il Principato di Monaco per il Monaco Yacht Show (2014), Perth con una selezione di opere scelte tra undici pittori italiani per l’Arte Contemporanea in Australia (2021) ed entra in collezioni permanenti a Londra, Amsterdam e Abu Dhabi.

Ruberti è un professionista capace di narrazioni su tela di inarrivabile bellezza; entro paesaggi visionari ed atmosfere irreali, sospese tra sogno e illusione al limite del misticismo, colloca soggetti di vario genere a suggerire il racconto ricordi che si perdono nella memoria. Le opere dell’artista sono state, dunque, a ragione definite “diari di bordo” poiché testimoni di un vissuto condiviso con delicate corrispondenze di sensi e sensibilità. Cieli ampi e magici accolgono l’eco di un mondo disancorato dal reale e si fondono con orizzonti terrestri, fuggitivi agli occhi dello spettatore, ben oltre i limiti del supporto.

L’arte di Ruberti è un “extra-vagare immaginoso” (Nicola Micieli) su vie celesti e terrestri, entro “interminati spazi e sovrumani silenzi” popolati da ricordi quotidiani, ovvero da figure, soggetti, oggetti e sagome; è una sorta di viaggio filosofico alla scoperta di altre realtà, altri mondi, altri universi esistenti nella memoria di una vita vissuta “in punta di piedi” con delicatezza ed alta sensibilità.

“Playing street 5”, 2010
Playing street 3”, 2010
Il giardino segreto 6/30”, 2023

In foto

Roberto Ruberti, “Playing street 5”, 2010, grafite su carta.

Roberto Ruberti, “Playing street 3”, 2010, grafite su carta.

Roberto Ruberti, “Il giardino segreto 6/30”, 2023, acquaforte su zinco.