La collezione Mo.C.A. si amplia con un’ulteriore acquisizione a firma di Corrado Zanzotto, celebre esponente della Scuola Pistoiese. Figure femminili, acquarello su carta, si aggiunge infatti al già presente Ritratto di giovane ragazza con cappellino, elegante opera in bronzo ripetutamente esposta ed elogiata dallo storico e critico d’arte Vittorio Sgarbi, gradito ospite del nostro spazio espositivo.
Questo importante ingresso rientra in un panorama di acquisizioni mirate ad incrementare in prestigio il profilo culturale della Galleria che, dunque, si lega con il territorio e con importanti personalità della Storia dell’Arte italiana riconosciute a livello nazionale ed internazionale.
Veneto di nascita, Corrado Zanzotto si trasferisce a Pistoia nel 1906. Cresce in compagnia dell’amico Pietro Bugiani con cui frequenta la Scuola d’Arte dove si forma studiando i grandi temi dell’arte italiana; si trasferisce poi a Milano dove studia alla Scuola Libera del nudo. Lascia la città più volte per soggiornare sia a Roma, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, sia a Venezia di cui si innamora perdutamente ritraendola in piccole, apprezzate e celebri tempere – acquerello.
Zanzotto appartiene alla Scuola Pistoiese, movimento artistico animato da personalità del rango di Agostini, Cappellini e Mariotti costituenti il c.d. Cenacolo Pistoiese; sostanzialmente, il gruppo riscrive la storia dell’Arte degli anni Venti, Trenta e Quaranta ispirandosi ai Maestri toscani del Trecento e Quattrocento. Zanzotto vi si distingue per la predilezione per la scultura per la quale adotta un realismo definito “brutale” derivante da un suo diverso, e personalissimo, modo di interpretare ed intendere la storia dell’arte.
La sua carriera subisce una battuta d’arresto quando la propaganda fascista inizia ad utilizzare le sue opere come strumenti di regime; Zanzotto lascia quindi Pistoia, si trasferisce a Milano e poi torna a Venezia dove i colori della città lagunare continuano ad ispirarlo.
Alla fine del conflitto il Maestro torna a Pistoia dove ottiene la cattedra alla nuova scuola d’arte; soggiorna anche a Roma dove inizia ad approcciarsi a soggetti e tematiche di ispirazione più popolare. La straordinarietà di Zanzotto si manifesta a seguito di queste esperienze che, infatti, segnano la sua maturità di uomo e di artista: si definisce compiutamente sia nella manipolazione del bronzo con cui realizza nudi di figure femminili a cui è capace di donare una solida costruzione monumentale, sia nella pittura che, ancorata alla maniera toscana ed ispirata dalle luci della Serenissima, riecheggia di toni espressionisti.
L’artista si spegne a Campotizzoro nel 1980.