Il Barocco in chiave Contemporanea: Massimo Pulini.

Cesena. Classe 1958. La carriera artistica di Massimo Pulini, titolare della Cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna, si avvia formalmente dal 1976 quando gallerie private e pubbliche, di ambito nazionale, iniziano a richiedere ed esporre le sue prime opere nell’ambito di mostre collettive e personali curate da critici del calibro di Calvesi, Tomassoni, Vescovo, Bossaglia, Portoghesi e Mussa. Pulini inizia così a “militare” nel mondo dell’Arte in un crescendo professionale che lo porta ad esporre all’XI Quadriennale di Roma, con una sala interamente dedicata, e alla realizzazione di una grande opera per la città di Dallas (USA). Queste prime esperienze, concentrate nel corso dei chiassosi ed eccentrici anni Ottanta, segnano profondamente l’animo del Maestro che inizia, di contro, una ricerca individuale basata su un franco e sincero dialogo con la Storia della Pittura volto alla riscoperta del puro atto del segnare come fosse labile traccia di un’antica memoria da recuperare e reinterpretare in chiave contemporanea. Questa riflessione, sotto certi aspetti anacronistica, controcorrente e puramente concettuale, ha fatto sì che nel corso degli anni Novanta il nome dell’artista si sia consolidato sia in ambito italiano sia estero. Nel 1997 l’esposizione di un nucleo di sue opere al Museo Nazionale di Villa Adriana, a Tivoli, ha definitivamente segnato un’epoca nella storia dell’Arte, nell’ambito della musealizzazione, di strategie comunicative ed espositive: è stata infatti quella la prima volta in cui archeologia e arte contemporanea si sono “incontrate” generando un connubio tra tempi remoti e giorni presenti, cronache antiche e cultura attuale, di grande forza, impatto, suggestione e persistenza. Seguono altre importanti partecipazioni che arricchiscono il curriculum del Maestro. Nel 1999 Pulini è presente alla Galleria Nazionale di Parma con un’antologica magistralmente allestita entro la suggestiva cornice del Teatro Farnese e delle Scuderie della Pilotta; nel 2000 espone una serie di opere per la rassegna Novecento Italiano tenuta alle Scuderie Papali del Quirinale, curata da Calvesi e Ginsborg; nel 2002, su commissione dei Musei Vaticani, decora il vestibolo della biblioteca personale di Sua Santità Papa Giovanni Paolo II; dal 2007 è presente con sei opere nei volumi del  Lezionario Liturgico, tutt’ora vigente, e nel 2009 riceve l’invito ad un incontro con Sua Santità nella Cappella Sistina. Nonostante i numerosi impegni, il Maestro non ha mai smesso di dedicarsi alla ricerca nel campo della Storia dell’Arte che, sostanzialmente, ha inaugurato, spinto, incentivato e contraddistinto la sua carriera: da circa un trentennio, infatti, l’artista è impegnato nella pubblicazione e nella curatela di libri ed edizioni di ambito (e attenzione) nazionale ed internazionale, tra cui tre produzioni dedicate all’Arte del Disegno antico e contemporaneo realizzate in occasione della Biennale del Disegno (2011).

Dal mese di maggio 2022 anche il Mo.C.A. – Montecatini Contemporary Art può fregiarsi del nome del Maestro: entra, infatti, ufficialmente a far parte della collezione civica Sostantivi, opera composta diquattro dipinti denominati Acqua, Cielo, Fuoco, Terra, evocativi dei quattro elementi fondanti il Cosmo.

Lo stile del Maestro è fortemente influenzato da elementi classicistici, ovvero dai grandi temi fondanti la pittura nell’accezione più accademica del termine: nella scelta dei soggetti (volti e paesaggi) è infatti impossibile non intuire questa appassionata predilezione per gli elementi cardine dell’Arte, nel suo divenire storico e culturale. Nelle opere del Maestro, però, i soggetti si materializzano su “tela” solo a seguito di una lunga e ponderata rielaborazione, percettibile dagli occhi dello spettatore: gli elementi infatti si scompongono, si fondono e si ricompongono creando insiemi inediti, dall’effetto sorprendente e sorprendentemente paragonabile ad un’Arte barocca in chiave contemporanea. La scelta dei supporti, inoltre, dimostra essa stessa la volontà di voler far dialogare l’antico con il contemporaneo: lastre di vetro, plexiglass, pellicole e radiografie si animano infatti di volti di ispirazioni fidiaca, fisionomie di gusto rinascimentale, ritratti dalla forte componente introspettiva, nonché, in alcuni casi, lettere latine, greche, arabe ed ebraiche evocative “le colonne del mondo” ovvero la storia dell’uomo nel suo divenire.  



SOSTANTIVI (Acqua, Cielo, Fuoco, Terra), olio su radiografie, 43×35,3