La pittura di Savelli, tra sogno e ragione.

Milano, classe 1955. Nel 1973 Alessandro Savelli consegue il diploma al Liceo Artistico di Brera, dopo di che intraprende gli studi al Politecnico di Milano dove si laurea, in Architettura, nel 1979. Insegna al Liceo Artistico Papa Ratti di Desio, poi assume la cattedra di Pittura all’Accademia Aldo Galli di Como; attualmente è Preside del Collegio Pio XI di Desio ed è Direttore della Libera Accademia V. Viviani di Nova Milanese. Professionalmente, si dedica alla progettazione di interni, alla scenografia teatrale, al restauro conservativo dei Beni Culturali e all’allestimento museale; artisticamente, alla pittura, all’incisione e alla ceramica.

Nel 1974 esordisce come artista con una personale ospitata alla Galleria San Rocco di Seregno e, da allora, nel corso di una carriera quarantennale, ha esposto in numerose rassegne di ambito nazionale ed estero, dalla Svizzera agli Stati Uniti, al Giappone alla Corea del Sud, in sedi pubbliche ed istituzionali; ha partecipato alla 54° Biennale di Venezia, ha vinto premi nazionali e concorsi ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui si ricorda il Primo Premio alla Rassegna Internazionale “Alessandro Durini” a Nova Milanese, il Premio “Bice Bugatti” per la pittura ed il II Premio al X Concorso Nazionale di Pittura a Palazzo Terragni di Lissone.

Ad oggi le sue tele fanno parte di collezioni pubbliche e private di tutto il mondo, dall’Italia, Svizzera, Francia e Spagna alla Germania e Belgio, dagli Stati Uniti all’Argentina, Bolivia e Messico, dalla Corea del Sud al Qatar. Dal mese di settembre 2021 anche la Galleria Civica di Montecatini Terme, Mo.C.A. Montecatini Contemporary Art, si arricchisce di una sua opera, COMPOSIZIONE MARE DI HALAVELI, donata dall’artista in occasione del progetto Florilegio Italiano – artisti invitano artisti, promossa dall’Assessorato alla Cultura della città. La tela, che va ad aggiungersi ad un nucleo di acquisizioni già importante e solido, contribuisce ad arricchire in prestigio la collezione dello spazio espositivo.

La pittura di Savelli è il riflesso di un’intima poetica in cui lo spazio, l’inconscio, la suggestione e le sembianze sono gli elementi fondanti, nonché i protagonisti assoluti. Nelle sue opere la miscela di questi elementi permette la percezione di un senso di infinito, ovvero di un totale annullamento della dimensione reale che, al tempo stesso, sembra imperscrutabile. Sulle tele dell’artista si materializza, cioè, un mondo irreale che è comunque risulta tangibile ed interrogabile da parte dei nostri sensi poiché generato, e reso reale, dal gesto pittorico che si mostra deciso e sicuro; proprio il rigore con cui Savelli dipinge, in associazione alla naturalezza e fluidità del movimento, consente una pittura che si mostra spontanea, in perfetti equilibri di cromatismi ed in cui le combinazioni di toni sono strumento per “giocare” tra consapevolezza e sensazione. I territori, i paesaggi, gli orizzonti che l’artista rappresenta sono, cioè, deliberatamente immaginari ed immaginifici; il mondo raffigurato appartiene, quindi, alla dimensione onirica dell’inconscio che, resa con toni in contrasto e contemporaneamente in equilibrio, rende possibile l’illusione di un panorama reale ma ugualmente, e totalmente, inesistente nella realtà. La suggestione onirica appare quindi domata dalla sfera razionale, la cromia, che dunque riporta la dimensione sognante entro una dimensione terrena. In definitiva, Savelli dipinge un’epifania, una visione, una percezione, una suggestione in grado di evocare nella mente dello spettatore elementi concreti, familiari e riconoscibili; dipinge un’ispirazione astratta che si origina dal sogno, che è la dimensione del sogno ed è pura illusione. La pittura diviene, pertanto, il mezzo con cui l’artista induce alla persuasione; con cui rievoca la memoria ed il ricordo; con cui può rendere possibile, e possibilmente reale, l’astrazione; con cui trasforma, seppur in parte, l’illusione in solidi riferimenti realistici.

Grazie a questo approccio, lo spettatore sarà libero di relazionarsi sia con la cromia sia con i segni, e si scoprirà, così, in intimo dialogo con la tela. Lo spettatore potrà, quindi, interpretare il quadro sulla spinta del proprio inconscio, ovvero della propria emotività e delle proprie, più intime e profonde sensazioni. Le tele di Savelli sono, in definitiva, evocazione pura: i panorami irreali, gli orizzonti indefiniti ed onirici, i vortici cromatici sono il frutto di una mente in dialogo con il quadro mediante la suggestione che si fa linguaggio, e dunque, materializzazione dell’inconscio che su tela si fa paesaggio e allo stesso tempo, nuovamente, torna ad essere sembianza.

In foto: COMPOSIZIONE DI MARE HALAVELI 2005, tecnica mista e collage su carta rip., su tema cm 150×100