Davide Benati

Classe 1949. Reggio Emilia. Davide Benati si forma all’Accademia di Brera e all’Accademia di Bologna dove poi ricopre le cattedre di anatomia e di pittura. Il suo curriculum artistico inizia a formarsi partire dagli anni Settanta e ben presto si arricchisce di partecipazioni a rassegne di ambito nazionale: l’artista inaugura, infatti, la sua carriera con una personale tenutasi nel 1972 alla Galleria “II Giorno” di Milano e già dieci anni più tardi, nel 1982, viene invitato a partecipare alla Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Roma (1986). Nel 1990 torna per la seconda volta alla Biennale di Venezia, con una sala personale. Nel corso di questo arco cronologico, compreso tra gli anni Ottanta e Novanta, molte Gallerie e sale espositive di ambito nazionale ed internazionale gli dedicano rassegne antologiche e pubbliche: dalla Galleria Civica di Modena (1989) ai Musei Civici di Reggio Emilia (1992), da Trento a Lisbona (1986), dalla Biennale de Il Cairo (1995) ad Anversa, Stoccolma, Amburgo, Zurigo, Parigi, Monaco e New York. Recentemente, nel 2018, è tornato ad esporre nella sua Milano, alla Galleria di Luca Tommasi “Arte Contemporanea”, a Lugano presso la WopArt, e al FAR di Rimini in occasione della Biennale del Disegno. Da inizio 2022 l’artista è presente anche in collezione Mo.C.A. con Baja California, litografia a colori, che si aggiunge ufficialmente ad un’ampia collezione di opere firmate da nomi importanti, di rango accademico, del panorama artistico italiano ed internazionale.

La sua pittura si nutre di una forte componente concettuale che si arricchisce di mille sfumature narrative e di una chirurgica scelta dei materiali: il suo supporto, la carta, non è fine a se stesso ma è materia su cui imprimere segni che diventano tracce di memoria. La carta è, dunque, elemento sostanziale ed organico alla pittura; così facendo le opere si compongono di sottili scie cromatiche, in funzione narrativa, che parlano di culture, popoli, storie e tradizioni. I suoi lavori si reggono, in definitiva, sulla “forte leggerezza” del supporto stesso, delicato e quasi impalpabile, su cui l’artista scrive e descrive il mondo con un linguaggio composto di segni eleganti ed evanescenti, derivati da sfumature cromatiche generatrici di un’iconografia essenziale ispirata dalle forme della natura.

In foto: Baja California, 1982. Litografia a 7 colori a doppia lastra con intervento a mano, mm 270×420 e 280×415. Foglio: mm 700×500.