Faraoni, Tampieri, Vangi, Lotti e Parigi in collezione civica Mo.C.A.

La collezione della Galleria Civica Mo.C.A., qualitativamente e quantitativamente già rilevante, si amplia con un nucleo di pregevoli firme di eccellenza del panorama contemporaneo grazie a nobile donazione.

  • Enzo Faraoni

Enzo Faraoni, pittore e incisore tra i più noti protagonisti dell’arte figurativa italiana del Secolo Novecento, prende ripetutamente parte a rassegne di ambito internazionale, dalla Biennale dell’Incisione Italiana Contemporanea (1955-1957-1959-1961-1968) e Biennale di Venezia (1948-1950-1954-1956) alla Biennale Internazionale della Grafica di Seul (1982). Firma presente in mostre e collezioni di prestigiosi Musei e Gallerie, dagli Uffizi a Palazzo Pitti, opere dell’artista sono state recensite da firme autorevoli della critica contemporanea; tra i tanti, Alessandro Parronchi e Mario Luzi hanno celebrato stile e contenuti come lascito di vero e grande Maestro.

Il lungo percorso professionale, costellato di importanti sodalizi, si fonda su sperimentazione continua di vari e compositi linguaggi artistici; la peculiare elaborazione stilistica è, difatti, esito di ragionato dialogo tra tradizione toscana ed influenze metafisiche futuriste che traggono ispirazione e forza da Carrà a De Chirico, da Soffici a Rosai.

Faraoni, “Soldato”, 1954.
Faraoni, “Volti“, 1987.
  • Giuseppe Tampieri

Pittore, scultore e disegnatore, Tampieri si forma a Firenze dove si approccia alla tecnica della xilografia. L’artista vanta un’importante carriera espositiva che dalla prima personale tenutasi a Ravenna (1936) si costruisce su musei e gallerie italiane di rilievo e su partecipazioni a rassegne internazionali dalla Biennale di Venezia (1948) alla Quadriennale di Roma (1949). Accademico di Merito (1987) dell’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova, città in cui ha soggiornato, sia in pittura che in scultura Tampieri è rimasto fedele alla propria vocazione squisitamente figurativa. Le opere vedono, difatti, preminenza di soggetti femminili resi a colori accesi, solari finanche terrosi, ritratti con linee seducenti, affascinanti e sensuali. Bronzi, marmi e legni sono gli elementi fondanti la pratica scultorea; la solidità di questi materiali, mediante riflessi di luci ed ombre, consente all’artista di far esaltare sagome, superfici e particolari; la figura diviene, dunque, unica e vera protagonista emergente della manipolazione, quasi a rievocare la statuaria di fase ellenistica.

Tampieri, “Invenzione”, 1952.
Tampieri – Modella, 1958.
Tampieri – Sguardo, 1978.
  • Giuliano Vangi

Recensito dalla critica contemporanea come il Francis Bacon italiano, orgoglio toscano, presente in Accademia di San Luca, in Accademia del Disegno di Firenze, in Accademia di Belle Arti di Carrara di cui è stato Professore Onorario e in Accademia dei virtuosi al Pantheon, il nome di Giuliano Vangi è puro prestigio. Formatosi all’Accademia di Belle Arti di Firenze, fin dalle primissime esposizioni degli anni Sessanta Vangi attrae l’attenzione pubblica; spazi espositivi e gallerie, sia pubbliche sia private, sia italiane sia estere, dedicano all’artista temporanee di ampia risonanza. Da Milano a Firenze e Pietrasanta, da Bologna, Parma e Trieste, da Carrara a Roma, la firma del Maestro varca i confini nazionali raggiungendo Monaco, Vienna, Stoccarda, Asburgo, Francoforte, Londra, New York e Tokyo; la Galleria degli Uffizi espone “Studi per un crocifisso e opere scelte 1988-2000” (2000), l’Ermitage di San Pietroburgo gli dedica una personale (2001), in Giappone il Museo di Hakone propone una grande mostra (2001) interamente dedicata. Presente in Biennale di Venezia, Vangi prende parte anche alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Scultura di Carrara; partecipa alla Biennale di San Paolo, a Documentata di Kassel, alla FIAC di Parigi, ad Art di Basilea.

Numerosi monumenti di straordinaria e prorompente forza espressiva ornano contesti prestigiosi, da piazza della Postierla di Siena al Duomo di Pisa, dalla Cattedrale di Padova ai Musei Vaticani e Sala Garibaldi del Senato, a raggiungere la Chiesa di San Giovanni Rotondo dedicata a Padre Pio.

L’uomo contemporaneo, ritratto in una sorprendente varietà di situazioni, viene colto entro uno spazio vivibile e denso di emozioni: ánemos, spirito puro. Stasi riflessive e gestualità esplosive derivanti da un pluralismo di situazioni vissute, riflettono universi emozionali che profondamente hanno attratto occhi e sensibilità artistica del Maestro.

La scultura di Vangi è, dunque, dinamismo, è intensità neobarocca, è corazza a difesa di interiorità ed intimità; è forte difesa dello spazio psicologico che, vorace di straordinarie immediatezze, è spazio vitale che nutre passioni ardenti e laceranti dolori costituenti l’esistenza.

Vangi, “Studio per “L’ambone nel Duomo di Arezzo”, 2012.
Vangi, “Studio per la statua “Scultura Della Memoria A Pesaro”, 2018.
  • Dilvo Lotti

Dilvo Lotti, impegnato in ricerca, sperimentazione, studio e divulgazione, ha dedicato la sua vita all’arte e alla cultura. A sua memoria è nata l’omonima Fondazione che, ad oggi, continua a custodire lascito materiale ed intellettuale del Maestro; a questa istituzione è seguita, dunque, la formazione del Fondo Dilvo Lotti, cospicua raccolta dei libri dell’artista conservati nella sua casa, oggi Museo.

Lotti, “Teatro”, 1983.
Lotti, “Il Processo di Shamgorod”, 1989.
Lotti, “Ex Libris omaggio a Mario De Filippis”, 1991.
Lotti, “San Giuseppe ’90“, 1990.
  • Pietro Parigi

Incisore, xilografo, illustratore, Pietro Parigi è firma di riconosciuta professionalità a cui viene attribuita una propria autonomia artistica; difatti, la commistione tra la cultura figurativa dei toscani del Trecento ed il poliedrico Novecento ne contraddistingue stile e produzione. La formazione come scultore influenza, inoltre, la sua stessa produzione pittorica e grafica; su tela l’artista si esprime, difatti, con rigore ed intensità, qualità richieste dalla manipolazione materica.

Considerate, dunque, formazione, inclinazioni e predilezioni, la sua produzione artistica si presenta varia, dinamica e fortemente comunicativa: da illustrazioni di libri e riviste letterarie ad attività editoriali per i Francescani della Basilica di Santa Croce (Firenze), ad opere grafiche e pittoriche in cui l’osservazione della realtà coglie il senso più intimo e più profondo del vero. Spigolose ed energiche espressività in contrasti chiaroscurali, geometrie pulite e precise rese in frenesie futuristiche si mostrano agli occhi degli osservatori per interloquire con sincera passione e pura spontaneità.

Parigi, “Lo Storpio alla Cantonata”, 1951.
Parigi, “La scoperta dell’America“, 1934.
Parigi, “Prete in ginocchio“, 1952.
Parigi, “La coppia di spalle“, 1925.
Parigi, “I fidanzati“, 1922.
Parigi, “La vecchia che fuma“, 1932.
Parigi, “Angelo custode“, 1944.
Parigi, “Implorazione“, 1969.
Parigi, “Il povero alla cantonata“, 1927.