La Galleria Civica Mo.C.A. accoglie in collezione una “pittura industriale” a firma di Gianni Asdrubali. L’artista, di formazione accademica, ha così sostenuto Florilegio Italiano, idea progettuale vincente che sta continuando a consolidare in qualità il nucleo espositivo in costante espansione.
L’artista, presente sulla scena contemporanea internazionale dai primi anni Ottanta, vanta una lunga carriera espositiva. La sua firma raggiunge gallerie e spazi espostivi da Milano a Brescia, da Venezia a Genova, da Bologna a Firenze, da Roma a Spoleto ed Erice, varcando i confini nazionali da Londra, Parigi e Colonia, a Taiwan, Mosca e San Paolo in Brasile. Ragguardevoli sono le partecipazioni ad aventi e rassegne di ambito europeo tra cui la Quadriennale di Roma (1986), la Biennale di Venezia (1988 e 2011) e di Sydney (1988).
Asdrubali si dedica alla ricerca artistica volta alla definizione di uno spazio pittorico che, vuoto e compatto, riconduca concettualmente all’idea di un nucleo originario creatore del tutto. Inizialmente concretizzatasi in uno spazio frontale senza dimensione, esito di compressione e fusione degli opposti, l’immagine proposta dall’artista scaturisce e si consolida dal binomio di forma e antiforma, secondo una concezione ed un approccio anarchicamente in antitesi rispetto alle avanguardie e loro stato di latenza. Le forme, dunque l’immagine, evocatrici di tensioni sensoriali, sono realtà fotografate nel loro punto più estremo: l’inizio.
L’opera che ne nasce, avulsa da concettualismi, è dunque un’attitudine mentale espressa mediante concatenazione di elementi in connessione reciproca a raggiungere un punto limite senza confine rappresentante la vita, “nodo fondamentale e contradditorio”.
In foto: Malumazac, 1990.