La firma di Lamberto Pignotti entra in collezione Mo.C.A. grazie a Florilegio Italiano idea progettuale dimostratasi vincente pratica culturale negli anni dal suo avvio. L’opera Per sapere tutto su tutto gentile donazione dell’artista, è narrazione, è cronaca, è riflesso del sociale consumistico.
Pignotti, tra i padri della “poesia visiva”, si presenta al pubblico nell’ambito della saggistica di critica culturale; stringe collaborazioni con riviste italiane e straniere e con testate giornalistiche del calibro de La Nazione e l’Unità.
Inaugura la carriera artistica a partire dagli anni Sessanta, sperimentando nuovi linguaggi verbo-visivi frutto di intersezioni tra poesia, grafica e mass media, quale esito della precedente, prodromica, esperienza giornalistica; attratto, difatti, da linguaggi definiti “impuri”, Pignotti utilizza immagini tratte da rotocalchi, fumetti e manifesti politici propagandistici per comunicare al pubblico idee e ideologie, riflessioni, espressioni ed espressività nuove. Supporto e segno diventano, pertanto, mezzi di condivisione pionieristica, versi di una poesia alternativa, altra, in bilico tra il visivo ed il tecnologico.
La naturalezza con cui riesce a dialogare con l’oggetto, recuperato e plasmato per esigenze narrative, contraddistingue la lunga carriera espositiva che dalla fine degli anni Cinquanta alle soglie dei nostri giorni lo impegna per spazi e gallerie di pregio italiane ed estere, da Mantova a Bologna, da Roma ad Enna, ad arrivare al Centro Pompidou di Parigi. L’innata capacità di osservare e indagare la materia vale all’artista prestigiosi riconoscimenti tra cui il Premio Capalbio, il Bernard Heidsieck di Parigi ed il Premio Alessandro Tassoni di Modena; a questi si aggiungono e si susseguono attenzioni e citazioni a firma della critica contemporanea che lo elogia dagli anni Sessanta ad oggi. Scrivono di lui Dorfles, Argan, Eco, Anceschi, Lunetta, Bonito Oliva, Muzzioli, Quintavalle, Patrizi, Menna, Barilli e Cerritelli; presente in molte antologie italiane e straniere all’artista si dedicano anche Mondadori, Lerici, Einaudi, Carucci e Laterza, solo per citarne alcune. Ingente, e di rilievo, l’impegno in docenza per Università ed Istituti tra cui la Facoltà di Architettura di Firenze e la Facoltà di Lettere di Bologna.
Pignotti, fin dagli esordi impegnato nella sperimentazione verbale-visiva, fonda e nutre la propria arte di segni di varia natura, utilizzati come codici espressivi componenti un lessico utilizzabile per interpretare il reale. Le opere di Pignotti si presentano, quindi, come metamorfosi di varie componenti che, in assemblaggi cromatici e collage multimaterici, si fanno narrazioni multimediali di fatti di cronaca attuale; attraverso scomposizione e ricomposizione di forme, colori e textures l’artista, poeta visivo, riesce a restituire alla comunicazione quella dimensione puramente estetica che la società consumistica le ha negato.
“Mi hanno spesso attratto i titoli dei quadri o l’aspetto visivo di una poesia […] Ma sono tantissimi i momenti in letteratura e in pittura in cui è avvertibile la voglia dello scrittore di essere anche pittore e del pittore di essere anche scrittore. Questa è la mia voglia, una voglia che sta nel mio DNA, come una inclinazione spontanea.”
Lamberto Pignotti.
In foto: Per sapere tutto su tutto, 1995.