La collezione Mo.C.A. accoglie la firma di Tarcisio Pingitore, artista di rango accademico, dalla forte impronta new dada, che dona al nostro spazio espositivo le polimateriche “Candore” e “Ansia”. Si ringrazia, dunque, l’artista che contribuisce, così, alla definizione del profilo culturale della Galleria, confermando potenzialità attrattive, comunicative, aggregative, in linea con le tendenze del tempo e del sociale contemporaneo.
Definito dalla critica “artista dal temperamento riflessivo”, Pingitore è Maestro controcorrente che utilizza l’Arte per raccontare tensioni mentali e sentimentali quotidiane; ispirazioni alla Pop Art, all’Arte Povera e al puro Concettuale, filtrate da personali rielaborazioni estetico-sociologiche, nutrono opere che gli sono valse una lunga carriera espositiva, perdurante dagli anni Settanta ad oggi, immutata in caratteristiche e successo. Presente alla 54a Biennale di Venezia, Pingitore espone per gallerie nazionali da Trieste a Milano e Torino, da Roma a Trevi, da Salerno a Catanzaro, da Lecce a Rende e Siracusa; sull’onda della notorietà la sua firma raggiunge poi Stati Uniti e Australia.
Diplomatosi all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dove tutt’ora è impegnato nel ruolo di docente di Discipline Pittoriche, sin dagli esordi Pingitore manifesta apertamente un interesse per l’Informale realizzando opere materiche e segniche di forte impatto impressivo e di potente energia comunicativa, di spirito e cultura new dada; nell’utilizzare, infatti, materiali reali “di scarto”, dismessi e in disuso, riesce a salvare e salvaguardare verità intrinseche agli oggetti stessi, significanti e significative il quotidiano. Un semplice tessuto incarna e stimola ispirazioni creative e concettuali poiché carico di riflessioni sul contemporaneo e sulle afflizioni del tessuto sociale; prendono quindi forma opere oggettuali di matrice povera e concettuale, eseguite specificatamente con lenzuoli che diventano una sorta di “marchio di fabbrica” dell’artista. Il tessuto, utilizzato nelle opere a partire dagli esordi professionali fino ad oggi, viene declinato in soluzioni tecniche di poliedrica espressività, spesso con drappo appeso e sue pieghe naturali ad evocare un suggestivo e contemplativo still life; l’aggiunta di cartoni, stracci, ovatta, tovagliolini di carta, funzionale a rimarcare la vicinanza con l’Arte Povera, carica la materia stessa di riflessioni sullo stato sociale e attuale del tutto, in una sorta di processo metamorfico, metaforica sublimazione e materica riflessione critica.
In Pingitore è il sentimento che guida l’ispirazione; è il raziocinio che struttura la materia; è la percezione dei sensi che fa emergere una condizione cognitivo-affettiva introspettiva e contestualizzante; è, dunque, un equilibrio tra impulso dell’anima e oscillazione psichica che svela e rivela feelings, percezioni, intuizioni, passioni.
In foto:
Candore, 1990, ovatta e smalto su tela, cm 80×70.
Ansia, 2004, lenzuolo, spilla di sicurezza e tecnica mista su tela pieghettata su tela.