I “MANIFESTI LACERATI” DI MIMMO ROTELLA

Catanzaro. Classe 1918. Mimmo Rotella, artista eccentrico, concettualmente legato al Nouveau Réalisme e alla Pop Art internazionale, è considerato uno dei principali protagonisti della seconda metà del XX secolo; le sue opere, di un astrattismo atipico, si generano dalla grafica pubblicitaria.

Rotella si diploma nel 1940 e, dopo una breve parentesi nell’esercito che lascia nel 1943, riprende gli studi e si forma all’Accademia di Belle Arti di Napoli. Pochi anni più tardi, nel 1945, si trasferisce a Roma dove si approccia al disegno, influenzato dall’astrattismo di Accardi, Consagra, Dorazio, Guerrini e molti altri esponenti dell’avanguardia artistica del ‘900; in questo periodo, perciò, si dedica a sperimentazioni da cui prendono forma i suoi primi quadri ispirati a Kandinskij e Mondrian. Contemporaneamente, si dedica anche alla poesia fonetica, da lui definita epistaltica, per la quale crea il Manifesto. Il suo nome inizia, così, ad affermarsi non solo in Italia ma anche all’estero: la sua fama “espatria” ufficialmente nel 1950 quando l’artista raggiunge Parigi per partecipare al Salon des Réalités Nouvelles. L’anno successivo prende parte all’esposizione Arte astratta e concreta in Italia – 1951 che si tiene alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma; a questa segue la sua prima personale, ospitata alla galleria Chiurazzi.

Rotella raggiunge poi gli Stati Uniti dove studia all’Università di Kansas City: qui, nel 1952, tiene una personale alla William Rockhill Nelson Gallery of Art della città e per l’occasione espone un pannello murale incentrato sul tema dell’astronomia. Anche l’Università di Harvard dimostra interesse per le sue opere, invitandolo a compiere una performance di poesia epistaltica. Nell’autunno dello stesso anno l’artista torna a Roma per intraprendere, poi, un secondo viaggio in America, nel 1967, con destinazione New York, ospite dell’amico Christo: in questo frangente conosce Andy Warhol.

L’esperienza americana segna definitivamente il suo stile e la sua forma mentis. Il soggiorno a Kansas City lo induce, infatti, ad una netta presa di coscienza: attratto dalla grafica pubblicitaria, questa diviene la sua principale, unica ed inesauribile fonte di ispirazione. Il supporto più adatto per la sua Arte non è, dunque, il segno pittorico bensì il manifesto che viene utilizzato, strappato, dipinto, plastificato, accartocciato proprio come fosse esso stesso generatore di nuovi oggetti e nuovi linguaggi. Nasce così una serie nutrita di opere uniche nel loro genere e nel procedimento di realizzazione: décollage “manifesti lacerati” realizzati con frammenti di manifesti prelevati dai muri, poi incollati su tela e rielaborati con timidi accenni a dettagli figurativi di pura ispirazione cubista; retro d’affiches, realizzati con il retro dei manifesti che spesso si animano di immagini di divi americani del grande schermo e che dalla critica vengono paragonati ai lavori del Fontana e del Burri; reportages realizzati con procedimenti fotomeccanici di riproduzione dell’immagine; artypos i cui “ingredienti principali” sono scarti tipografici (prove di stampa) ben selezionati a creare una caotica sovrapposizione randomica di immagini, in alcuni casi plastificati (artypos-plastique); sovrapitture ispirate al graffitismo, realizzate dipingendo sui manifesti lacerati, poi incollati su tela. Il suo genio creativo gli suggerisce anche di utilizzare oggetti quotidiani riciclati, acquistati dai rigattieri, che conferiscono alle opere un tono trasgressivo, di ispirazione alla Pop Art britannica/statunitense. La sua potenza creativa si rivela anche nell’adozione di tecniche inusuali: Rotella accartoccia e chiude i manifesti entro teche di plexiglass (plastiforme); ricopre i manifesti di fogli monocromi (blanks); utilizza solventi che versa direttamente sulle pagine pubblicitarie per renderle impronta (frottage), oppure per cancellarle integralmente (effaçage). I suoi lavori risultano, dunque, costruiti su un linguaggio informale ispirato a grandi nomi del calibro di Arp e Fautrier ovvero, rispettivamente, al ready-made dadaista e al Tachisme.

Il suo stile suscita gli interessi di galleristi su scala nazionale ed internazionale e le sue opere vengono richieste ed esposte in personali e collettive sia in Italia che all’estero. L’artista ha dunque preso parte a moltissime mostre tra le più celebri. Si ricordano le partecipazioni all’esposizione À 40° au-dessus de Dada (Parigi, 1961); alla Biennale di Venezia (1964); alla Biennale dell’Avana (1986); ad Art et Pub (Centre Pompidou-Parigi, 1990); ad High and Low (Mo.M.A. – New York, 1990) e The Italian Metamorphosis 1943-1968 (Guggenheim Museum – New York, 1994); a Face à l’Histoire (Centre Pompidou – Parigi, 1996); alla mostra itinerante Art and Film since 1945: Hall of mirrors con sede al Museum of Contemporary Art di Los Angeles; alla rassegna Felliniana dedicata dall’artista al regista Federico Fellini. A questo proposito, nel corso della sua carriera Rotella ha lavorato anche per l’industria del Cinema, realizzando grandi tele a pittura acrilica per Cinecittà 2, Studio Marconi di Milano.

Nel 2000 prende vita la Fondazione Mimmo Rotella che organizza mostre, pubblica monografie e che, dal 2001, è presente anche al Festival di Venezia dove assegna un premio artistico a personaggi che nel corso della carriera si sono distinti per impegno e passione nella cinematografia; negli ultimi anni, è stato conferito ad attori, sceneggiatori, registi italiani e stranieri tra cui Clooney, Pacino, Gibson, Sorrentino, Kitano, Ferrara, Amelio ed Ascanio Celestini. Per il suo estro e genio innovatore, spiccatamente anticonformista, nel 2004 a Rotella viene consegnata la Laurea Honoris Causa in Architettura da parte dell’Università degli Studi Mediterranea (Reggio Calabria). Due anni più tardi l’artista si spegne improvvisamente a Milano.

Dal mese di gennaio 2022 la Galleria Civica Mo.C.A. – Montecatini Terme Contemporary Art entra nel novero di Musei e Sale espositive che hanno la possibilità di vantare in collezione una o più opere dell’artista: viene infatti acquisita La Benzinara, manifesto irriverente, eccentrica litografia che si aggiunge ad una vasta raccolta di opere realizzate da autori tra le massime espressioni moderne e contemporanee, su scala nazionale ed internazionale.     


In foto: Mimmo Rotella. La benzinara. Litografia. 1974.