Alba, classe 1942. Cordero studia all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino dove, nel 1963, si diploma “cum laude” in Scultura e dove, dal 1990 al 2001, insegna con il ruolo di titolare della cattedra della Scuola di Scultura.
Fin dagli inizi della sua attività artistica, ben prima di diplomarsi in Accademia, riceve inviti ad importanti mostre d’arte italiane, da considerarsi, dunque, il preludio di una carriera che lo porterà ben oltre i confini nazionali. Cordero inizia infatti ad operare come scultore e a vincere numerosi concorsi sia in Europa (Francia, Germania, Spagna, Svizzera) e nel Mediterraneo (Iraq), sia negli Stati Uniti ed in Sud America (Brasile, Argentina, Uruguay) fino a raggiungere la Cina dove, dal 2005 ad oggi, realizza opere monumentali in spazi pubblici e privati (Shanghai, Taiwan, Wuhu, Pechino, Haining e Zhengzhou) e dove sarà ospite della 1° Biennale di Macao in programma nel corso del 2021.
Da tempo il Maestro collabora con la Fondazione Copernico di Milano, con la Fondazione Materima di Casalbeltramo e con lo Shanghai Sculpture Park (China); recentemente, nel giugno 2021, ha supportato l’assessorato alla cultura del Comune di Montecatini Terme nell’ambito del percorso “Florilegio Italiano-Artisti invitano Artisti” donando un’opera alla Galleria Civica della città, contribuendo, così, ad arricchirne la pregevole e cospicua collezione.
Tra le tante opere si ricordano, in Italia, a Torino, Disarticolare un cerchio esposta alla Galleria d’Arte Moderna e Chakra in piazza Galimberti. Di ambito estero, invece, si menziona la più recente ed anche la più imponente scultura fino ad oggi realizzata dall’artista, New Et, di 17 m. di altezza, pensata appositamente per le Olimpiadi invernali di Beijing 2022. La scultura è il frutto di un progetto, ideato dal Maestro, risultato vincitore del concorso internazionale bandito dalla municipalità di Pechino per la realizzazione di opere d’arte da collocare nei luoghi in cui si terranno le competizioni sportive.
Tra le più recenti mostre personali di ambito nazionale si ricorda Cordero, King, Venet allestita al Museo dell’Automobile di Torino (2001); Riccardo Cordero, opere 1960-2006, mostra antologica organizzata da Regione Piemonte, alla Sala Bolaffi di Torino (2006), che assume un carattere itinerante poiché “esportata” anche in Spagna al Museo Universidad di Alicante, in Uruguay al Municipalidad di Montevideo, in Argentina al Centro Cultural Borges di Buenos Aires e in Brasile alla Fundacao Memorial de America Latina, di San Paolo; la grandiosa Macromondi spezzati allestita a Castelpergine in provincia di Trento (2012); Riccardo Cordero, Giganti dell’età del ferro 1960-2013 ospitata al Filatoio di Caraglio, a Cuneo (2013).
Tra le più recenti mostre personali di ambito estero si ricordano Riccardo Cordero, Skulpturen/Zeichnungen alla Galerie Wohlhüter di Leibertingen in Germania (2015); Eduard Angeli & Riccardo Cordero, Malerei und Skulptur alla Die Galerie di Francoforte sul Meno, in Germania (2019); L’Universo di Riccardo Cordero tenutasi a Monte Tamaro, Rivera, in Svizzera (2021).
Il concetto base dell’Arte del Maestro consiste nella possibilità che una scultura sia coerente con lo sviluppo della cultura contemporanea, sia cioè calata nell’oggi e si integri con esso; sia dunque scevra delle rigide impronte accademiche e si sviluppi sul rapporto tra materia/plasticità e spazio/ambiente. Questa filosofia viene maturata dall’artista a seguito di un lungo itinerario creativo di cui si vogliono ripercorrere, di seguito, i passi.
Per Cordero la scultura è una visione, una vera e propria vocazione; fonti di ispirazione sono Fontana e, in modo particolare, Milani la cui tridimensionalità suggerisce all’artista di indagare e sondare le infinite possibilità di relazioni tra volumi plastici e spazio vuoto. Questi sono questi gli impulsi da cui nasce il concetto e, dunque, lo stile che caratterizza e segna la scultura di Cordero, sempre in costante rielaborazione sulla spinta di tendenze contemporanee.
Tra il 1964 ed il 1965 nelle sue sculture si scorge infatti una svolta tanto improvvisa quanto fugace: l’attenzione del Maestro si indirizza verso una nuova ricerca che scopre e riscopre la scultura in un metaforico viaggio verso ed oltre l’informale. Prendono così forma figure di giocatori di baseball e astronauti, colorate a tutto tondo, accolte nella prestigiosa Galleria Ferrari di Verona (1966).
Questa breve esperienza consente al Maestro di riflettere sulla sua Arte che cambia nuovamente i propri connotati: Cordero avverte infatti l’esigenza di fare scultura in sintonia con il proprio tempo e, perciò, si orienta verso la creazione di assemblaggi polimaterici, nell’ottica di una rilettura delle precedenti avanguardie storiche, di cui il futurista Boccioni sembra essere il deus ex machina ispiratore e regista di nuove geniali creazioni. Il Maestro inizia così a sperimentare l’uso di molteplici materiali, anche industriali, che in associazione all’uso ragionato del colore determinano uno stile peculiare che attira l’attenzione del panorama artistico contemporaneo. Nel 1968 le sue opere vengono esposte alla Galleria Triade di Torino in occasione di una collettiva a cui Paolo Fossati dedica una introduzione critica e nel 1969, a Roma, nella Galleria Due Mondi per la quarta edizione della rassegna Prospettive dedicata ai giovani emergenti italiani in cui viene accompagnato da Enrico Crispolti, che ne scrive il catalogo. Nello stesso anno (1969) riceve il Premio San Fedele a Milano ed il IV Premio Internazionale del disegno a Torre Pellice e nel 1970 Paolo Fossati lo segnala sul Catalogo Bolaffi.
La sperimentazione polimaterica che caratterizza il ‘69 apre la strada alla realizzazione di vere e proprie costruzioni e assemblaggi pazzeschi, fuori misura, di grandi dimensioni, ovvero in quella scala ambientale che poi gli diverrà sempre più congeniale, che sarà il suo tratto distintivo, e che gli consentirà di intervenire su spazi importanti, su commissioni pubbliche per progetti di riqualificazione urbana: è del 1975 la monumentale Terra-luna (cm 650x420x250) realizzata in ferro smaltato e poliestere, installata nel giardino della Scuola Media di Rozzano, a Milano.
Pochi anni più tardi, dal 1977 fino alla metà degli anni Ottanta, il Maestro adotta un ulteriore, nuovo approccio nello studio e nel rapporto tra forma e spazio: inizia infatti a sondarne le potenzialità applicate all’immagine figurativa, ovvero propone una rivisitazione della tradizione riguardo alle caratteristiche della materia e alle tecniche di manipolazione, di pari passo con la temperie stilistica postmoderna. Si concentra, quindi, sulla figura umana ma, prevalentemente, sul nudo femminile: le sue opere attirano non solo gallerie private, tra cui La Bussola e La Parisina di Torino, Cinquetti di Verona e la Galleria 32 di Milano, ma anche istituzioni pubbliche, tra cui l’Istituto Italiano di Cultura di Monaco di Baviera, rassegne nazionali, di cui si ricorda l’invito alla XLIX Biennale di Venezia (1978), ed internazionali.
A seguito di queste premesse, il biennio 1985 – 1987 segna definitivamente la maturità dell’artista: il Maestro, infatti, realizza sculture del tutto nuove per lo stile del progetto e per la loro stessa determinatezza fisica che lega scultura al paesaggio. Questi elementi, ovvero dimensioni e figura, riescono a dare realtà fisica allo spazio che, a sua volta, assume una sua identità, un suo peso: è la statuaria che si allontana dall’accademismo; è lo spazio che crea spazio; è la scultura che esalta la cultura contemporanea e che, con essa, è coerente. La mostra del 1988, Due Sculture, di Torino allestita presso l’Associazione Culturale Il Salto del salmone, sancisce il momento più alto della carriera artistica di Cordero: le sculture Novembre e Nero nel paesaggio consacrano definitivamente il nome dell’artista tra i maggiori scultori di fama internazionale.
Le sue opere viaggiano ben oltre i confini italiani: dalla Rotazione coordinata del Parco della Pellerina di Torino (1992) si vola in Pennsylvania con il Grande ferro della Lookout Sculture Foundation (1993), a Taiwan con Cometa, ed in Cina, a Shangai con Meteora per lo Sculpture Park della città, a Wuhu con una seconda versione in acciaio della scultura Chakra (2013) e a Pechino dove realizza la straordinaria New Et, di ben 17 m. di altezza, per i Giochi di Beijing 2022, motivo di grande orgoglio e vanto tutto italiano.
In foto:
Chakra 4, (1998-2005), a Pechino
Progetto 055. Opera del 2019, facente parte della collezione Mo.C.A.