Entra in collezione permanente un nucleo di disegni realizzati da Galeazzo Nardini, pittore ben noto nella nostra città. L’artista, classe 1938, si è fatto conoscere per animo istrionico ed espressioni in stile teatrale, tra l’avanguardistico ed il goliardico, inscenate anche in occasione di festival regionali e programmi televisivi.
Su di una delle opere donate, frutto dell’estasi per la natura selvaggia e della passione per la pittura paesaggistica che ne deriva, si esprime la figlia, Helene, nota attrice italiana che rivela: “la serie di disegni delle Cave nasce in un periodo in cui Galeazzo decide di provare a scalare le cave di Monsummano con un gruppo di amici. Frequenta le cave, riesce anche a scalare, impossibile per lui non cogliere la bellezza delle forme, della terra e dei suoi colori”
Si celebra, così, l’entrata in collezione di un artista assolutamente originale che, in nome della libertà di espressione, ha saputo distinguersi con intelligente e acuta ironia.
Il sostantivo “serendipità”, vale a dire “la capacità di rilevare e interpretare correttamente un fenomeno occorso in modo del tutto casuale durante una ricerca scientifica orientata verso altri campi d’indagine” descrive efficacemente e compiutamente l’animo di Galeazzo Nardini.
Attratto fin da ragazzo dalla pittura, che gli permette di disegnare in piena libertà i propri pensieri, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Firenze dove inizia a ritrarre figure, paesaggi e contemporaneamente opere informali e collages. Contestualmente a queste prime esperienze Nardini inizia anche, senza saperlo, ad inscenare improvvisate performances artistiche che diventeranno il suo più sincero e caratteristico “marchio di fabbrica”.
Nel corso degli anni Settanta raggiunge Parigi dove frequenta i corsi di Sociologia dell’Arte e Sociologia del Romanzo e dove si auto-espone per il Musée du Louvre e per il Musée d’ Art Moderne de la ville de Paris; torna poi in Italia dove si auto-espone alla Galleria degli Uffizi e a Montecatini Terme per Spazio Alternative 2 assieme ad altri artisti avanguardisti di respiro internazionale e Naif Jugoslavi.
Nel pieno fulgore dei suoi anni d’oro (1974-1976) l’artista manifesta appieno il suo vulcanico ed esplosivo anticonformismo: infatti, anziché dedicarsi totalmente a mostre ed esposizioni, si proclama in sciopero della creatività – Arte Sciopero – di cui narra nel suo Libro Sferico, a cui fa seguire la nascita dell’Università Utopica. L’istituzione incarna, sostanzialmente, la vera essenza dell’artista, facendosi riflesso del suo spirito libero, leggero, critico e giocoso; per mezzo di essa Nardini riesce, infatti, a realizzare materialmente progetti ideali e divertenti che diventano campagne anticensoree. Si ricorda, a tale proposito, il noto movimento pro-braghe finalizzato a coprire le nudità del Giudizio Universale di Michelangelo, sostenuto a gran voce dal giornale satirico Il Male di cui diviene redattore. Nardini si presenta, quindi, come un insolito centro di gravità proponente rielaborazioni concettuali con un’ironica e tanto acuta, intelligente, leggerezza da meritare le attenzioni della critica e del grande pubblico: viene ospitato da Renzo Arbore alla trasmissione L’altra domenica eda Rita Pavone al Pergolangol. Viene invitato a Critica 1, convegno sull’arte contemporanea promosso dalla Regione Toscana, dove inscena Supermegadada, e al V Congresso Internazionale di studi sulle Utopie tra i cui enti organizzatori figurano l’Università La Sapienza, l’Università di Cassino, l’Università di Bologna, l’Istituto Suor Orsola Benincasa di Napoli e l’Università di Macerata che riconoscono l’Università da lui fondata con formale inserimento nella Mappa delle Utopie.
L’artista si spegne a Massa e Cozzile nel marzo del 2016, compianto dal mondo della cultura.
In foto: Cava rossa, 30 agosto 1990, disegno a matite colorate su carta, cm 24×33