In collezione Mo.C.A. entra il nome di un artista, incisore e pittore, che sorprende e meraviglia per la non comune capacità di dominare e proporre scalfiture e contrasti cromatici in un bilanciamento straordinariamente delicato ed elegante su supporti polimaterici. Definito dalla critica contemporanea un fuoriclasse, Antonio Bobò dona alla Galleria Civica sei opere di recente fattura; trattasi di cinque, raffinatissime, incisioni e di uno splendido olio su tavola, prossimamente apprezzabili nell’ambito di rassegne temporanee.
Pittore e incisore di origini livornesi, Antonio Bobò coltiva interessi anche per la ceramica e per la scultura. L’artista inaugura ufficialmente la propria carriera con una mostra personale che tiene nel 1960; pochi anni più tardi frequenta, per un biennio, il Liceo Artistico di Firenze dove segue le lezioni di Renzo Biasion. Nel corso degli anni Settanta la produzione artistica di Bobò è già ragguardevole, tanto da poter essere suddivisa in cicli pittorici; a Simultaneità, Autodistruzione, Autoprotezione, Gli specchi deformanti e Variazioni tra ideologia e costume nel corso degli anni Ottanta si aggiungono Ratem, Laiche ali, Pittore e modella, Giullarata, Che gioia la mela, L’atelier delle meraviglie, Sulle nuvole una sirena e Esodi. In questo frangente stringe sodalizi artistici con altri pittori, incisori, poeti ed intellettuali frequentatori del Circolo Pestival di Santa Croce sull’Arno. Intensissima è l’opera incisoria, spesso accompagnata con una cartella o una biblio-edizione, a cui l’artista inizia a dedicarsi con ardore e passione crescente dal 1982 ad oggi.
Numerose sono le personali che l’artista organizza tra Livorno, Lucca Firenze e Prato fino a raggiungere Milano, Torino, Venezia, Genova e Bari; altrettanto cospicue e significative sono le collettive a cui partecipa, tra cui Rassegna d’Arte Contemporanea (Palazzo Strozzi – 1972), Grand Prix International (Montecarlo – 1977), XI Biennale di Arte e Sport (Palazzo delle Esposizioni di Firenze – 1982), La cooperazione e la società (Perugia, Livorno e Pordenone – 1984) e Arte per la pace e il lavoro (Castello Pasquini, Castiglioncello – 1986). Forte dei sodalizi stretti al Circolo Pestival, tra il 1988 ed il 1992 insieme a Masoni, Lombardi, Comparini e Greco, l’artista propone un percorso espositivo itinerante che coinvolge Pistoia, Firenze e Santa Croce sull’Arno, Roma e Bologna; nel corso di questa esperienza gli artisti realizzano una raccolta di centoventi incisioni accompagnate da versi di poeti e scrittori contemporanei dal titolo Nuvolanera. L’edizione, a sua volta, dà vita all’omonima galleria dedicata all’arte incisoria, a Santa Croce sull’Arno, attiva dal 1990 al 1999.
Ed è proprio nel corso degli anni Novanta che il nome di Bobò diviene noto e apprezzato su scala nazionale dalle limitrofe Empoli, Pisa e Viareggio a Finale Ligure e La Spezia, da Ferrara a Parma, da Lugano a Milano, da Firenze a Latina, da Cosenza a Bari e Catania. Bobò è presente anche al Museo Pecci di Prato dove partecipa a Di carta e d’altro. Libri d’artista e alla rassegna Occasioni, all’ex Ospedale Psichiatrico di Maggiano dove torna per ben tre edizioni (1990 – 1994 – 1998). Il nome dell’artista varca anche i confini nazionali ed europei; è infatti presente anche al Moma di New York nell’ambito di The Book in Twentieth Century Italy; a Berlino e a Tokyo per Omaggio a Giovanni Boccaccio; a Chamalier (Francia) per la Triennale Mondiale d’Estampes; alla VII Biennale Internazionale de Gravura Amadora (Portogallo); nell’ambito della collettiva Kirja Objekti Nayttely, promossa dall’Istituto Italiano di Cultura in Finlandia ed allestita nelle città di Helsinki, Tampere, Pihtipudas, Saarijàrvi, Viitasaari, Jyvàskylà e Alajàrvi; all’European Union Cultural Initiatives a Cipro; ad Esercizi di stile, a Middelburg (Olanda). In questi anni tra le più celebri antologiche volute dall’artista si ricorda La penna da pavone alla ex Fornace Pasquinucci di Capraia Fiorentina, proponente una summa dell’ultimo ventennio di attività professionale, nonché Pinocchio non è mai in ritardo, costituita da 43 tavole interamente dedicate ad una personale rivisitazione della fiaba di Carlo Lorenzini. I cicli pittorici più recenti ovvero Collage, Il mio giardino, Gioielli di terra, Zeta, Progettini ambiziosi, Ex voto e Icode, incentrati su un ponderato studio dei materiali e dei supporti, sono il frutto della proficua collaborazione con Masoni, Lombardi, Comparini, Dolfo, Meloni e Leoncini.
L’arte di Bobò è, a tutti gli effetti, un vero e proprio atelier delle meraviglie e la sua è una pratica incisoria finissima e, perciò, raffinatissima; è un abile domatore dei contrasti cromatici che riesce ad ammaestrare nelle scalfiture dei supporti polimaterici; è un ipnotico giocoliere dei colori primari che sa mixare in un tripudio di textures di gusto retrò; è un esperto illusionista, un fuoriclasse, capace di scovare ed utilizzare gli strumenti tecnici più funzionali alla materializzazione di contrasti coloristici e materici che gli consentono qualsiasi avventuraartistica.
In foto:
Le forbici, 2017, olio su tavola, cm 100×130
Uccellino, 1987, acquaforte e acquatinta su zinco, es. 12/50, cm 20×20
Pittore che veste una sirena, 1992, puntasecca su zinco, es. p.d.a. I/V, cm 16,6×16,4
La cupola, 1992, puntasecca su zinco, es. 16/30, cm 14,4×18,1
Suggerimento e nudo, 1992, puntasecca su zinco, es. 20/30, cm 17×18
Sirena, 1992, acquaforte e acquatinta su zinco, es. 20/70, cm 16,9×17,6